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Medici e Pediatri di Famiglia: come affrontare l’aumentata richiesta di informazione dei pazienti

4 novembre 2021 | CompuGroup Medical Italia
Medici e Pediatri di Famiglia

Il Medico o il Pediatra di Famiglia ascolta, visita e prescrive farmaci. È la figura di riferimento per le famiglie italiane ed è chiamato a gestire centinaia fra telefonate e ingressi in ambulatorio, situazione resa ancor più complessa dai protocolli di sicurezza anti Covid-19.

 

È certamente il primo riferimento per la Salute degli italiani. Ai primi sintomi di “qualcosa che non va” si pensa subito a lui: al Medico o al Pediatra di Famiglia. “Ho mal di gola e un po' di tosse, vediamo se mi suggerisce qualcosa”. O ancora: “Chiamo il mio medico: sono giorni che mi fa male la schiena”. E poi: “Ho preso una storta, si è gonfiata la caviglia, chiamo il ‘Dottore’ e gli chiedo di venire a casa”. Ci sono, poi, i pazienti che inviano messaggi tramite WhatsApp sperando di avere una risposta in tempo reale a domande che, soprattutto in questo periodo di nuove regole per la convivenza con il Covid-19 sono frequenti: “Come faccio ad avere il Green Pass?”.

 

Un flusso di richieste quotidiane

Ogni medico sa bene che, in situazioni di emergenza come, ad esempio, i periodi di forte incidenza dell’influenza stagionale, il risultato in ambulatorio è il seguente: i telefoni squillano in continuazione, mattina, pomeriggio e sera. Ci sono giorni in cui la linea fissa risulta sempre occupata e ai pazienti non resta che contattare il medico al cellulare.

Dal breve consulto telefonico, si passa alla visita presso l’ambulatorio e qui spesso si forma la fila. Tra distribuzione di numeri dell’elemina-code e prenotazioni dell’ultim’ora, è facile che per medici e pazienti subentri anche un po’ di frustrazione.

Questa breve descrizione rende l'idea di quanto possa essere piena e complicata la giornata tipo del medico: tra chiamate, messaggi Whatsapp e visite ambulatoriali e a domicilio, la mole di lavoro per il professionista spesso rischia di essere insostenibile.

 

Punto di riferimento insostituibile per i pazienti

Il Medico di Famiglia ed il Pediatra sono il punto di riferimento insostituibile di un gran numero di persone, soprattutto per i più anziani e i più piccoli. Il suo ruolo è stato amplificato negli ultimi tempi scanditi dalla pandemia da Covid-19 perché si è preferito chiamare il proprio medico ed evitare l'accesso al pronto soccorso degli ospedali, per il timore di contrarre il virus o diffonderlo involontariamente.

Ciò che più caratterizza l’attività di quello che in passato era il medico “Condotto”, è proprio lo “speciale” rapporto medico-paziente che si instaura con i propri assistiti e che ha, come forse tutte le cose, i suoi pro e i suoi contro. Se è vero, infatti, che il medico è la figura che conosce la storia clinica dei pazienti riuscendo così a dare risposte rapide e affidabili alle richieste che gli vengono fatte, in molti casi questo porta il medico a gestire telefonate anche negli orari in cui l'ambulatorio è chiuso.

Rapporto Medico-Paziente

Le difficoltà oggettive nella gestione delle richieste

Questa circostanza, se da un lato sottolinea quanto sia strettamente personale e quindi fiduciario il legame tra medico e paziente, dall'altro evidenzia quanto sia oggettivamente difficile per il medico essere sempre disponibile, sette giorni su sette, 24 ore su 24, e non tradire mai stanchezza o stress.

Ma il Medico di Base e il personale, sia sanitario sia amministrativo presenti nello studio, devono mantenere la calma e dimostrarsi attenti alle richieste. Sempre. È la prima raccomandazione da seguire. Una regola quotidiana da tenere a mente nell'interesse del paziente perché il rapporto medico di base-paziente è di natura fiduciaria.

Non va dimenticato che la gestione del flusso di telefonate, del numero dei pazienti che si presentano in studio e, ancora, le richieste di prescrizioni per farmaci o esami e, infine, l’organizzazione delle visite a domicilio, è diventata più complessa negli ultimi mesi, a causa della pandemia da Sars-Cov-2.

 

Le complicazioni dovute alla pandemia

I medici, infatti, sono tenuti a rispettare precisi protocolli di sicurezza definiti per impedire la diffusione del virus. Si tratta di best practice per la gestione degli studi medici, degli ambulatori e dei poliambulatori che prevedono accessi contingentanti, in base agli spazi disponibili, per cui si rende necessario, ad esempio, organizzare le visite facendo attenzione a non creare situazioni di potenziali assembramenti. Va, inoltre, assicurata una costante sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro, compresi la scrivania, il computer e il telefono.

I camici bianchi dovranno riorganizzare il loro lavoro e dotarsi di tutti gli strumenti utili per attenersi alle regole. Le norme per il distanziamento sociale, ad esempio, hanno portato anche quei medici che non adottavano un sistema di appuntamenti per l’afflusso nei propri ambulatori, a scaglionare gli accessi per evitare affollamenti nella sala d’attesa. Questo è andato di pari passo con un’accelerazione della possibilità di ricorrere a soluzioni di assistenza diverse, incluse quelle digitali e a distanza (telemedicina).

Negli studi vanno garantiti igienizzazione, accessi contingentati, distanziamento e verifica della temperatura. Una situazione che potrebbe diventare caotica, soprattutto per quanto riguarda un medico che opera in un piccolo studio e deve fronteggiare diversi pazienti. Ma non è tutto: oltre agli appuntamenti bisognerà seguire delle regole precise per fornire ricette per farmaci, il rilascio di certificati e varie richieste burocratiche. Di fatto servirà un nuovo approccio dell’attività ambulatoriale, in modo da non ingolfare gli ospedali.

La strategia, dunque, è stata quella di cercare l’ottimizzazione del lavoro più ripetitivo come le prescrizioni mediche, in particolare per i pazienti cronici, utilizzando strumenti informatici o il telefono, nel tentativo di ridurre le visite in ambulatorio o domiciliari allo stretto indispensabile. Sin da subito si è palesata la necessità di effettuare, nel caso di sospetta diagnosi di Sars-Cov2, un triage telefonico per poi, eventualmente, procedere alla visita del paziente.

Medici e Tecnologia

La tecnologia al servizio dei medici

Cosa può quindi fare il medico per gestire il notevole flusso di richieste? Come può riuscire a smistare ogni giorno e in breve tempo le informazioni di tipo burocratico che arrivano dai pazienti?

L’emergenza ha certamente messo sotto stress il ruolo e l’attività del medico, ma nello stesso tempo ha contribuito a incrementare la sua valenza professionale mettendo in risalto la sua capacità di fornire informazioni corrette sulla salute. Anche se mai come in questo periodo il medico ha la necessità di semplificare quanto più possibile la sua attività in modo da dedicarsi con più tempo e più attenzione alle problematiche dei suoi pazienti.

In questa situazione spiccano i grandi vantaggi delle nuove tecnologie software con architettura completamente in cloud che consentono di avere a disposizione tutti i dati dei propri pazienti da qualsiasi postazione dotata di un accesso internet, anche al di fuori del proprio ambulatorio, ad esempio nella struttura della ASL dove il medico si reca per vaccinare i propri pazienti.

Questa tecnologia aiuta in modo significativo a ottimizzare l’attività del medico e, soprattutto, del suo tempo. Consente infatti di effettuare tutte le attività correlate alla gestione dei propri assistiti, dalle prescrizioni mediche alla consultazione della cartella clinica, dalla redazione di certificati alla trasmissione al fascicolo sanitario elettronico in pochi click e senza alcuna necessità di lunghe e noiose procedure di aggiornamento e sincronizzazione dei database o del prontuario farmaceutico.

I software in cloud, infatti, non essendo installati in “locale”, vengono aggiornati direttamente “sulla nuvola”, in automatico e quotidianamente con tutte le novità normative, anche delle singole Regioni, e di dispensazione dei farmaci.

Ai software gestionali, si aggiunge l’ausilio tecnologico ed innovativo di specifiche App in grado di integrarsi perfettamente con la cartella clinica e di creare un canale di comunicazione diretto, immediato e sicuro tra il medico ed i propri assistiti. Questo significa poter gestire dal proprio smartphone e tablet l’invio ad esempio di comunicazioni al singolo paziente o a coorti predefinite di pazienti. Oppure condividere documenti di interesse personale come certificati, referti e prescrizioni. O ancora, inviare ad un gruppo di pazienti dei semplici questionari, visualizzarne lo stato di compilazione e l'esito, realizzando agevolmente attività di pre-screening e screening.
In ultimo, ottimizzare la comunicazione con una chat bidirezionale con pazienti specifici e per il periodo di tempo desiderato. Tutto a norma di privacy.

 

Dove va il “nuovo” Medico

L’attività del medico è certamente cambiata nel corso degli ultimi due anni. Il fatto di non vedere più le “code” di pazienti fuori dagli ambulatori prima ancora dell’apertura non deve però trarre in inganno. La sua attività è cambiata, ma non è certo diminuita, anzi.

Alle classiche richieste da parte dei pazienti, ad esempio, si sono aggiunte tutte quelle derivanti dalla pandemia. Dall’attività vaccinale alla gestione dei pazienti contagiati, dalle difficoltà della nuova organizzazione dell’ambulatorio all'ascolto delle legittime paure dei propri assistiti.

Ecco perché ora più che mai l’utilizzo di nuovi mezzi, anche tecnologici, per restare vicini ai propri pazienti nella situazione eccezionale che stiamo vivendo - superando anche i limiti fisici dell’ambulatorio - diventa vincente nel mantenere lo speciale rapporto fiduciario tra il medico ed i suoi assistiti.

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