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Il 12 dicembre è la Giornata Universale della Copertura Sanitaria. 

7 dicembre 2022 | CompuGroup Medical Italia
Il 12 dicembre è la Giornata Universale della Copertura Sanitaria.

“Cure mediche di qualità e accessibili per tutti i Paesi del mondo”: dieci anni fa la risoluzione con la quale l’Organizzazione delle Nazioni Unite esortava i governi ad investire nella direzione del diritto alla Salute per i propri cittadini.
 

Il 12 dicembre 2022 si celebra il decennale della Giornata Mondiale della Copertura Sanitaria Universale (Universal Health Coverage - UHC). L’evento fu istituito dalle Nazioni Unite per celebrare la risoluzione con la quale si sollecitavano gli Stati membri all'adozione di impegni concreti per garantire a tutti la Salute che, per la stessa ONU, rappresenta uno dei diritti fondamentali dell'uomo.

Il tema fu evocato per la prima volta nel 1978 nella Conferenza di Alma Ata che introdusse il concetto di Primary Health Care (PHC), fissando per l’anno 2000 l’obiettivo di una Sanità uguale per tutti. Le cose non sono poi andate come sperato e, il 12 dicembre 2012, è stata approvata la risoluzione che esortava, e continua a esortare, i Paesi ad accelerare gli investimenti in risorse umane, attrezzature, farmaci, formazione, infrastrutture, software e ogni altro bene e servizio che possa avvicinarli alla copertura sanitaria universale, intesa come possibilità per tutti di avere accesso a un’assistenza sanitaria con prestazioni appropriate, a fronte di prezzi accessibili.
 

Un Mondo di diseguaglianze

Appare evidente che l’enunciazione di un principio, per quanto nobile, vada poi declinata sulle effettive capacità economiche e organizzative degli Stati di far fronte alle esigenze della propria popolazione. Per questo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha individuato 4 macro indicatori dell'equità e qualità dei servizi sanitari:

  • Salute riproduttiva, materna e neonatale (pianificazione familiare, assistenza prenatale, parto, vaccinazioni dell’infanzia);
  • Malattie infettive (con particolare attenzione a tubercolosi, HIV e malaria);
  • Malattie non trasmissibili (cardiologiche e oncologiche, su tutte);
  • Capacità di servizio e accesso (densità di ospedali e personale sanitario, accesso ai farmaci e alla diagnostica, sicurezza sanitaria).

Ogni Paese fissa le sue priorità in funzione delle risorse disponibili, con l’obiettivo di progredire verso l'UHC.


Lo studio dell'OMS

Stando ai dati diffusi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità prima della pandemia da Sars-CoV-2, circa la metà della popolazione mondiale non aveva ancora accesso ai servizi sanitari di base.

Oltre 930 milioni di persone spendevano più del 10% del proprio reddito per la tutela della salute, riducendo in condizioni di povertà, circa 100 milioni di persone, a causa delle spese mediche sostenute.

E il Covid-19, da gennaio 2020 ad oggi, ha aggravato questo scenario.


Le conseguenze della pandemia

Il Covid-19 ha ulteriormente ampliato le disparità globale di accesso alle cure.

L'emergenza sanitaria ha infatti reso evidente da un lato, quanto i sistemi sanitari dei Paesi più ricchi siano stati resilienti (a differenza di quelli meno sviluppati), dall'altro ha evidenziato l’elevato livello di interconnessione globale e la necessità di trovare soluzioni unitarie. Un obiettivo ancora lontano dall’essere raggiunto.

 

Lo sviluppo sostenibile 2030

La copertura sanitaria universale evocata nell’odierna “giornata mondiale” si inserisce a pieno titolo tra gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals-SDGs) previsti da conseguire entro i prossimi otto anni, stando al calendario internazionale dell’Agenda 2030.

 

Accessibilità Web e disabilità

Oggi “Copertura sanitaria universale” significa anche Accessibilità Web, ovvero quando i siti, le app Web, gli strumenti e le tecnologie - sanitarie in questo contesto - sono progettate e sviluppate in modo che le persone con disabilità possano utilizzarle. Esistono diverse categorie di disabilità (uditiva, cognitiva, neurologica, fisica, di linguaggio, visiva) e ciascuna di esse può avere diversi livelli: nel mondo, la percentuale di popolazione con disabilità è di circa il 12.5% e solo il 21% delle persone non ha nessuna difficoltà nella interazione tecnologica.
Appare dunque evidente e quanto mai necessario lavorare anche su questo nuovo fronte digitale per ridurre i gap di interazione e dare completa autonomia e Accessibilità Web alle persone con disabilità.
 

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